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Tanzania

Itinerario: La prima scelta da fare quando ci si reca a Zanzibar è quale tipologia di vacanza e di mare si cerca. 
In termini naturalistici la principale differenza è che la costa est, essendo completamente affacciata sull’oceano, è fortemente esposta al fenomeno delle maree, mentre la costa ovest, rivolta verso la Tanzania, ne è impattata limitatamente. 

Di conseguenza ad est ogni 12 ore la marea è bassa e il mare non si vede che lontano all’orizzonte. Impossibile in quei momenti raggiungere il mare per nuotare, ma è possibile vedere questo spettacolo incredibile del mare che si avvicina e si ritira, creando mille sfumature diverse di azzurro e osservare le donne zanzibarine che vanno a raccogliere le alghe e pescare i calamari con lunghi bastoni nell’acqua bassa (oltre a fornire, per gli appassionati di sport, degli spot eccezionali per praticare kitesurf). 

La costa ovest, oltre a permettere una balneazione perenne, è anche quella più turistica e più festaiola, con i centri principali a nord, nei villaggi di Nungwi e Kendwa. Infine Stone Town offre la possibilità di godere di qualche scorcio in più sulla normale vita zanzibarina.

Noi abbiamo optato per 1 giorno iniziale a Stone Town, 3 giorni a Paje sulla costa est, 3 giorni a Kendwa sulla costa ovest e un ultimo giorno finale a Stone Town.
 

Spostamenti
Aliscafo: siamo arrivati a Zanzibar via traghetto da Dar – Es – Salam. 
Gli aliscafi Azam Marine partono dal porto di Dar alle h 7.00 / 9.30 / 12.30 / 15.45 e impiegano 3h per arrivare a Stone Town. È possibile prenotare i biglietti online, ma non pagarli, cosa che andrà fatta direttamente al porto presso la Azam Marine. 

Dopo essere arrivati di notte all'aeroporto, ci siamo recati direttamente al porto in quanto ci era stato riferito che gli uffici della Azam Marine sarebbero stati aperti. Informazione purtroppo falsa, quindi ci siamo rassegnati ad aspettare l’apertura fuori dagli uffici. Trovarsi come primo impatto in piena notte in mezzo ad un porto africano con tutti i nostri averi, documenti, soldi non è stato sicuramente rassicurante, ma oltre ad alcuni venditori che hanno provato a convincerci a comprare i biglietti per il traghetto da loro, non abbiamo avuto nessun tipo di problema. 

Quando intorno alle 6.00 finalmente hanno aperto gli uffici della Azam Marine, essendo primi della fila, siamo riusciti a comprare subito i biglietti. Ci sono tre diverse classi, con prezzi differenziati per residenti e non. Economy per non residenti USD 35, Business Class 40, VIP 50. Con la Business Class i posti sono al coperto, mentre l’economy sono all’aria aperta. I controlli per salire e poi scendere dalla barca sono numerosi e continui, occorre lasciare le valigie, che vengono caricate in delle specie di gabbie di acciaio. 
Eravamo talmente stanchi dal viaggio notturno in aereo che ci siamo tutti addormentati prima ancora che il traghetto partisse, salvo la mia improvvisa sveglia con nausea alle stelle e conseguente corsa con annesso travolgimento di compagni di viaggio per raggiungere l’esterno. Nel caso, come me, il vostro stomaco non fosse proprio d’acciaio consiglio di prendere precauzioni, l'aliscafo ondeggiava notevolmente.

Arrivati al porto e passata di nuovo tutta la trafila di controlli documentali, siamo stati assaliti da procacciatori per conto degli alberghi e taxisti, ma continuando a camminare e rispondendo gentilmente ma fermamente di no siamo riusciti ad avviarci a piedi verso il nostro vicino albergo. 


Aereo: volo Zanzibar – Arusha prenotato direttamente dalla nostra agenzia di Safari. L’aeroporto di Zanzibar versa in condizioni non propriamente ottimali. Non conviene arrivare con troppo anticipo perché non c’è nulla a parte una saletta non condizionata 


Gli spostamenti tra una località e l’altra non sono semplicissimi in quanto non sono molte le strade che collegano i diversi lati dell’isola. Le possibilità sono spostarsi in taxi (prenotabili tramite le strutture alberghiere), oppure utilizzare i dalla dalla, furgoni adibiti a trasporto di un numero imprecisato di persone e bagagli. Noi abbiamo fatto i tre spostamenti (Stone Town – Paje, Paje – Kendwa, Kendwa – Stone Town) in taxi pagandoli circa USD 35 per tratta (prezzi sempre trattabili).
     
  
Escursioni: Sono parecchie le escursioni che possono essere organizzate a Zanzibar, tendenzialmente da ogni punto dell’isola e sono moltissime le agenzie / beach boys / alberghi che le organizzano. Le tariffe non sono allineate, dai beach boys si riesce a spendere non più di USD 20 a testa per escursione, mentre in agenzie turistiche più strutturate costano oltre i 50USD. 
Sebbene le destinazioni siano le medesime, il trattamento non è uniforme: per la nostra esperienza l’escursione prenotata tramite i beach boys del resort si è rivelata essere di scarsa qualità: parecchio tempo perso a caricare persone e attrezzatura da snorkelling su spiagge successive, affollamento eccessivo e pranzo non adeguato alle promesse (la grigliata mista di pesce consisteva in un unico pesce cotto alla brace e diviso tra i partecipanti, accompagnato da riso bianco e salsa al pomodoro). 
Al contrario, l’escursione prenotata tramite agenzia (Sasaa Tours) era ben organizzata: il gruppo composto da non più di una quindicina di persone, i tempi scanditi in modo da evitare di sovrapporci all’arrivo di altre barche, il pranzo una lauta grigliata di aragoste, gamberi, calamari accompagnate da patate fritte e riso, il tutto servito sotto un gazebo montato ad hoc. 
In conclusione siamo stati più contenti di spendere 50 USD a testa per la seconda escursione rispetto ai 25 della prima. 
 
Principali escursioni: 

•    ​Stone Town e spezie: visita del centro storico di Stone Town e delle piantagioni a poca distanza dalla città. Essendo abituati a vedere le spezie direttamente tritate e pronte all’uso nei barattoli, è molto interessante vederle invece ancora fresche sugli alberi. Sebbene sia estremamente turistico, il giro è carino e si conclude con una scorpacciata di frutta buona come raramente ne ho mangiata (il cocco sopra ogni cosa!). Sarà molto difficile evitare di comprare le spezie alle bancarelle alla fine dei tours, ma tenete in considerazione che al mercato di Stone Town costano un decimo rispetto a lì. 

•    Nakupenda: Nakupenda altro non è che una striscia di sabbia che emerge con l’abbassarsi della marea, creando suggestivi paesaggi e acqua bassa e trasparente per lo snorkelling. Solitamente viene proposta insieme a Prison Island, l’isola delle tartarughe giganti di terra. Abbastanza triste lo spettacolo di questi maestosi animali circondati da orde di turisti che si scattano selfie seduti sopra ai loro gusci..

•    Atollo di Mnemba:  altrimenti conosciuto come atollo di Bill Gates. Trattandosi di proprietà privata, non è possibile attraccare, ma è permessa la balneazione a poca distanza dalle sue spiagge dorate. L’acqua è molto bella e la vita sottomarina ricca, sebbene non tra le migliori che abbia trovato in giro per il mondo. Affollamento di barche e persone elevato. Solitamente le escursioni organizzano una tappa nella spiaggia antistante per attraccare e servire il pranzo post snorkelling

•    Oltre alle escursioni provate sopra descritte, ci sono diverse possibilità chiamate genericamente “Blu Safari”, caratterizzate tutte da partenza con le barche, approdo su atolli (a seconda del punto di partenza della gita) per una o più sessioni di snorkelling e pranzo a base di grigliata di pesce sulla spiaggia e escursioni per vedere i delfini. Ho letto vari commenti negativi in merito che lamentavano uno scarso rispetto nei confronti degli animali. 
 

Kitesurf: Paje è un ottimo posto per l’iniziazione al kitesurf. Per chi fosse interessato, considerate di prendervi almeno 3 giorni pieni: solitamente i corsi base sono composti da 9h, distribuiti su 3 giorni. Per gli orari bisogna adattarsi a quanto dettato dalla marea: quando è troppo alta la spiaggia praticamente scompare, quando è troppo bassa bisognerebbe camminare troppo a lungo per raggiungere l’acqua. 

L’intera spiaggia di Paje è costellata da centri di kitesurf, per cui immagino si possa organizzare direttamente sul momento, sebbene noi avessimo prenotato in precedenza. Il posto si presta particolarmente a questo sport perché è molto più semplice imparare dove si tocca perennemente e il vento è abbastanza costante, anche se non particolarmente forte. Considerato il sole e il caldo, noi abbiamo commesso l’immensa imprudenza di stare in costume da bagno, provocandoci una poderosa scottatura su tutto il corpo oltre a qualche abrasione sui fianchi. Consiglio almeno di mettere una maglietta tipo quelle da vela e dei pantaloncini, anche solo un costume da uomo sopra il bikini. E, soprattutto, crema solare 50+ a volontà. È anche molto comodo avere il cordino per gli occhiali da sole, in modo da non perderli nei numerosi inevitabili e involontari tuffi in acqua che vi toccherà fare. Gli occhiali sono veramente indispensabili, in primis per non danneggiare gli occhi, ma anche perché dovendo guardare sempre il kite, di fatto spesso si ha il sole proprio negli occhi.

Costo per corso base circa USD 300 a testa, con attrezzatura in condivisione tra due persone (cosa che all’inizio non è per niente male, perché vi da il modo di riposarvi e riprendervi dai numerosi voli nell’acqua).
 

Stone Town: Principale città dell’isola di Zanzibar e nominata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, merita sicuramente una visita. Caratterizzata da un fascino multietnico e decadente, sono ancora visibili le tracce di un passato coloniale che l’ha resa centrale per il commercio dell’avorio e degli schiavi. Le stradine del centro storico sono sporche e malconce, ma percorrendole potrete cogliere qualche scorcio di vita zanzibarina, tra le botteghe artigiane, i gruppi di studenti con le loro uniformi tutti uguali che tornano a casa da scuola, gli uomini che si radunano per giocare a dama all’aperto, le donne che cucinano e artisti che dipingono per strada oltre alle sue meravigliose porte antiche colorate. Il mercato offre affari d’oro per comprare spezie e sfide non indifferenti per stomaci deboli nella parte della carne e del pesce: gli odori sono intensi e penetranti, le condizioni igieniche tali che vi verrà voglia di diventare vegetariani istantaneamente. 

Sul lungomare troverete invece palazzi più curati, il Forte Portoghese e i Forodhani Gardens, dove la sera ci sono svariati banchetti di street food. I ragazzi che dal molo si gettano nell’acqua durante l’alta marea prodigandosi in acrobatici tuffi sono un divertente spettacolo mentre ammirate il sole che si abbassa dietro alle barche di legno ormeggiate.
 

Alberghi:
Zenji Hotel – Stone Town: vicino al centro storico alla sinistra del porto, albergo carino, con camere piccole ma pulite. Degna di notta la superlativa marmellata di maracuja e vanilla servita per colazione.

 

Jaribu Beach Hotel – Paje: meraviglioso albergo dotato di una piccola piscina con incantevole vista sull’oceano, piccole casette spaziose e un’area comune con ristorante. Magnifica oasi di pace ad una ventina di minuti a piedi dal centro di Paje (passando o dalla spiaggia se la marea non è alta o dalla strada). 


Sunset Beach Hotel – Kendwa: resort affacciato su una spiaggia privata con ristorante interno, campo da beach volley, sdraio ed ombrelloni a disposizione degli ospiti.. Struttura di notevoli dimensioni e dai numerosi servizi. Camere spaziose e pulite. Essendoci andati in bassa stagione tutto sommato ci siamo trovati bene, ma immagino che in alta stagione l’effetto villaggio vacanze possa essere fastidioso. 
 

Ristoranti: Sono moltissimi i ristorantini e tutti abbastanza simili, per cui non mi sento di consigliare in particolare qualcosa di sensazionale. 

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Non viaggio per lavoro, viaggio per cercare di scoprire come ogni popolo cerca la sua felicità. Amo pensare alla sensazione di colore che ogni viaggio mi lascia nei ricordi e nel cuore.

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