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Jaipur

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Dovremmo raggiungere Jaipur con il treno Marudhar Express da Agra Fort (2AC, 700 rupie a testa - 4h30). Dall’app vediamo però che il treno è in ritardo di 5h e, man mano che passa il tempo, è sempre più in ritardo, prendiamo quindi un taxi, per evitare di perdere cosi tutta la giornata. 

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Jaipur è la “città rosa”, tutti gli edifici del suo centro storico sono, infatti, dipinti di un rosa-mattone acceso. Nel 1876 il Maharaja fece, infatti, dipingere la città vecchia del colore che tradizionalmente simboleggiava l’ospitalità, in onore dell’arrivo del principe del Galles.
 

Avevo inizialmente prenotato un tour di gruppo tramite RTDC che avrebbe dovuto portarci tutto il giorno con l’autobus e la guida a vedere le principali attrazioni. Casualmente però sera prima del tour, tornando dal ristorante, saliamo su un tuk tuk guidato da un simpatico indiano che si barcamena abbastanza con l’italiano. Ci racconta la sua storia e si offre di portarci tutto il giorno seguente in giro per Jaipur spiegandoci le varie attrazioni ad un prezzo molto contenuto. Sostiene, infatti, che lui lo fa solo perché gli interessa imparare l’italiano e sarebbe molto felice di poter parlare con noi. Alla fine decidiamo di accettare e disdire il giro precedentemente prenotato. 
 

Il risultato è che il giorno dopo non ne parlerà nemmeno una parola e ci scarrozza col suo tuk tuk da un posto all’altro senza spiegazioni aggiuntive, ma intanto lui si è guadagnato la giornata. Durante il giro visitiamo le varie attrazioni di cui Jaipur è ricca (l'Hawa Mahal - comunemente chiamato Palazzo dei Venti -, l’Amber Fort, il Jantar Mantar, dove si trovano strumenti per l’osservazione astronomica, i vari Gates di accesso alla città vecchia, l’Iswari Minar… ) e ci fermiamo (su nostra richiesta) dagli artigiani. 
 

Vediamo uno splendido laboratorio di gioielli, dove il proprietario ci illustra le varie fasi della lavorazione e i suoi, bellissimo, prodotti. Sempre difficile valutare su due piedi l’effettiva qualità, ma li ho trovati veramente ben fatti e molto economici rispetto ai nostri prezzi. Ci fermiamo poi in un fornitissimo negozio di spezie, dove possiamo annusarne tantissimi tipi e ci vengono spiegate proprietà culinarie e terapeutiche. Incredibili soprattutto le tantissime varietà di curry oltre ad una strana pietra le cui briciole sanno di uova sode! Conto finale bello salato, non saprei dire se perché ci siamo fatti prendere troppo la mano o se siamo stati fregati in quanto turisti sprovveduti. 


Per concludere Monkeys temple: a differenza degli entusiastici commenti su tripadvisor, non ho trovato questo luogo ne mistico, ne affascinante, ma soltanto sporco e trascurato, con unico obiettivo di spillare soldi (la mancia per le scimmiette, la mancia per i maiali, la mancia per le noccioline, la mancia per le foto, la mancia per entrare nei templi…) 
 

Un episodio verificatosi durante la giornata ci lascia straniti: fuori dall’Amber Fort, ci si avvicina una giornalista indiana che ci invita a cena a casa sua, offrendoci l’esperienza di un pasto indiano in cambio dei nostri racconti sull’Italia e l’Europa, tema che le interessa per degli articoli. Nell’immediato prendiamo tempo e il numero di whatsapp per farle sapere se avremmo fatto in tempo. Siamo molto tentati da un’esperienza potenzialmente di contatto forte, ma anche un po’ guardinghi: dopo cena ci aspetta il treno notturno per Udaipur, quindi dovremmo andare con gli zaini e tutti i documenti / soldi, senza poter comunicare a nessuno dove siamo e perché. Infine preferiamo desistere ma le scrivo su whatsapp la mia disponibilità a sentirci via skype per raccontarle la cultura occidentale se può esserle utile… nessuna risposta. 


Pasti e Alberghi e varie:

 

  • Alsisar Haveli: 4 stelle, 85 € doppia. Vale il discorso sugli alberghi riportato nelle note pratiche. Bello, colazione ottima e abbondante, pulito.

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  • Natraj: ristorante vegetariano consigliato da Lonely Planet. Senza infamia e senza lode.

 

  • La stazione di Jaipur: la sera è circondata da una distesa di persone che dormono per terra. Il treno notturno invece non ci crea alcun problema, abbiamo anche cuccetta con possibilità di chiudere a chiave dall’interno.

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Non viaggio per lavoro, viaggio per cercare di scoprire come ogni popolo cerca la sua felicità. Amo pensare alla sensazione di colore che ogni viaggio mi lascia nei ricordi e nel cuore.

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Mi piace organizzare i miei viaggi in autonomia, questo blog è per condividere tutte le informazioni pratiche, le impressioni e le sensazioni raccolte in giro per il mondo.

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